L’antefatto è noto: Donald Trump, mentre era in carica come Presidente degli Stati Uniti d’America, è stato bannato dai principali social media, per incitazione alla violenza dopo l’assalto a Capitol Hill dello scorso 8 gennaio e costato la vita a cinque persone.
Uno squarcio che ha lacerato il velo invisibile di inviolabilità che protegge i luoghi nevralgici delle istituzioni.
Eppure, le parole di fuoco, lanciate dal tycoon sui propri account social, hanno infiammato gli animi di molti che si sono spinti fino all’irruzione nel parlamento, dando vita anche a scene pittoresche, se non fosse per la loro brutalità, e penso in primo luogo alla persona con i piedi sulla scrivania di Nancy Pelosi o al ragazzo con il copricapo di corna di alce e pelliccia di lupo.
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