Il marketing è come la Vodafone. É tutto intorno a te.
Qualche sera fa vado a trovare i miei genitori e li trovo a guardare Don Matteo 13. E fin qui nulla di strano… se non fosse che Don Matteo non c’è!
Chiedo cosa sia successo e mi spiegano che Terence Hill ha lasciato il posto a Raoul Bova. Don Matteo ha lasciato il posto a Don Massimo!
Wow… incredibile.
E come si intitola adesso la serie? Continua a chiamarsi Don Matteo.
E qui si apre la prima lezione:
Don Matteo e il rebranding
Ho cercato in rete qualche dato relativo al pubblico rai. Ho trovato questo e, in modo più sintetico questo.
Da queste due fonti sembra confermata quella informazione che parla di un pubblico rai sempre più in là con gli anni.
Quindi mi sono immaginato negli studi Rai una riunione in cui il tema del giorno era
“come glielo spieghiamo a un pubblico di over 70 che non si chiama più Don Matteo ma si chiama Don Massimo? e se poi quelli pensano che sia un’altra cosa e perdiamo share?”
Mica una questione banale!
Don Matteo è un brand, uno di quelli forti in Italia! É sedimentato nelle teste degli spettatori grazie a 13 anni di successo enorme. Non è mica una decisione da prendere alla leggera quella di cambiare un brand del genere. Non si tratta di desaturare un po’ un colore, aumentare di un punto un font o realizzare un logo un pochino più arrotondato. Qui si parla di sovrascrivere un’informazione che da 13 anni è presente nelle menti di un pubblico over 70!
Un po’ di esperienza in merito, io e i miei colleghi ce la siamo fatta lavorando a uno dei rebranding più importanti degli ultimi anni, quello che ha portato Finmeccanica a diventare Leonardo e vi posso assicurare che è una operazione grande e delicata che coinvolge la SEO, l’attività social, le attività di ufficio stampa, Wikipedia…
Bene. Quale è stata la strategia di RAI in merito?
Che vi devo dire: giusto così. Si sono valutate le difficoltà, i pro, i contro e alla fine è stata presa la decisione di continuare a fare leva sulla forza dell’abitudine e sulla forza del brand.
Quindi Don Matteo resta li. Cambia il protagonista, ma il resto del cast resta lo stesso, il titolo resta lo stesso, l’ambientazione resta la stessa… a proposito di ambientazione:
Don Matteo e il Marketing Turistico
Vi linko questo post (e consiglio al comune di Spoleto di passare all’https, se avete bisogno mandateci una e-mail)

Promozione è la parola chiave. Spoleto è una città bellissima, ma essere “belli” non basta, bisogna mostrarsi (lo sanno bene tante modelle e modelli su Instagram il cui successo si misura con la reach).
Don Matteo è una vetrina che ha permesso a milioni e milioni di persone di rendersi conto di quanto sia bella Spoleto e il territorio che la circonda.
“Visita i luoghi di Don Matteo” titola un post sul sito del comune ma non solo. Non posso linkarvi tutti gli articoli presenti in rete sull’argomento, ma basta googlare “Don Matteo turismo Spoleto” per rendervi conto della dimensione del fenomeno.
Spoleto nella saga Don Matteo
Nulla di strano, sia chiaro, era già successo (e succede tutt’ora) ad esempio in Sicilia grazie al Commissario Montalbano che, nonostante viva nell’immaginaria cittadina di Vicata, ha dato una visibilità gigantesca ai magnifici luoghi della provincia di Ragusa.
Quindi Don Matteo ci insegna anche a valorizzare il territorio, a fare un po’ di ottimo marketing turistico. Ci fa riflettere sul fatto che, non retoricamente, l’Italia è piena di tesori che hanno solamente bisogno di essere portati all’attenzione del grande pubblico.
Le amministrazioni pubbliche per fortuna sono sempre più attente al tema. Si avvicinano al web per mostrare la loro ricchezza attraverso canali “visuali” e veloci:
- Instagram e YouTube sono strumenti potentissimi a tale scopo. Immediati e freschi.
- Coinvolgono gli Influencer nelle attività del territorio per arrivare di riflesso al pubblico di questi ultimi
- Le reti di impresa stanno facendo tanto per promuovere i prodotti tipici, l’artigianato e il settore dell’ospitalità
E quindi cosa dire? Grazie Don Matteo perché anche se non ho mai visto una puntata, ci dimostra che il marketing e la comunicazione sono dappertutto.