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Google Analytics: cosa succede nel 2023?

Addio Google Analytics. Come essere in regola senza rischiare sanzioni o azioni legali.

Se volessimo individuare due dei temi maggiormente presenti, da qualche mese, nelle conversazioni con i nostri clienti, non avremmo dubbi:

  • tempi, modi, ostacoli, procedure necessari per affrontare la chiusura di Universal Analytics;
  • come comportarsi, rispetto alla posizione del GPDP (il Garante per la Protezione dei Dati Personali italiano) e di altre autorità simili in altri paesi europei, nei confronti dell’invio di dati personali verso gli Stati Uniti.

Cerchiamo di capire meglio, insieme, di cosa stiamo parlando…

La chiusura annunciata di Universal Analytics

Google l’ha detto chiaramente: il primo luglio 2023 i server che memorizzano e elaborano le informazioni per il servizio Universal Analytics non saranno più accessibili. Questo vuol dire che da quel momento:

  1. non sarà più possibile salvare le misurazioni effettuate con Universal Analytics;
  2. non sarà più possibile accedere alle misurazioni effettuate fino a quel momento con Universal Analytics.

A prima vista potrebbe sembrare una mini apocalisse.
Universal Analytics è da anni uno degli strumenti più usati per misurare il comportamento di visitatori e utenti sui siti web, soprattutto se parliamo di piccole e medie attività. Questo vuol dire che per anni milioni di attività, tra cui molti dei nostri clienti e noi stessi, hanno portato avanti i loro piani di misurazione del traffico, sui loro siti, usando gli strumenti offerti da Universal Analytics, e salvando automaticamente i dati di queste misurazioni nei server di Google.

Sebbene il problema sia serio e il tempo a disposizione si riduca di giorno in giorno, l’apocalisse è aggirabile. Come al solito, basta avere un buon piano.

Come prepararsi, allora, a dare l’addio al vecchio UA? Come continuare a misurare BENE quello che succede sul vostro sito e allo stesso tempo non perdere i dati che avete faticosamente raccolto negli ultimi anni?

Salviamo i nostri dati

Lo sappiamo noi e lo sapete voi, ma vale la pena sottolinearlo nuovamente: i dati sui visitatori e gli utenti dei nostri siti web sono molto importanti. Ci permettono di acquisire un sacco di informazioni che ci aiutano a capire e analizzare meglio, tra le altre cose:

  • il comportamento dei visitatori e degli utenti, 
  • le performance dei contenuti pubblicati, 
  • se nelle nostre campagne marketing abbiamo investito bene i nostri soldi oppure li abbiamo sprecati, 
  • se le modifiche che abbiamo effettuato sul sito hanno portato dei benefici oppure se dobbiamo tornare sui nostri passi,
  • i funnel dei nostri ecommerce.

Tutto questo ci permette di capire se le nostre attività stanno progredendo e di individuare, quando necessario, le aree critiche in cui intervenire. Per valutare il nostro progresso, però, bisogna avere sempre presente quello che abbiamo fatto in passato… cioè i dati che abbiamo già raccolto, anche quelli meno recenti.

I dati sulle nostre attività sono un vero e proprio tesoro. Perderli sarebbe un problema, se non un disastro.

Vabbè, ma basta tirare fuori i dati da Universal Analytics e poi importarli dentro GA4, o in qualsiasi altro prodotto”, potrebbe dire qualcuno. Beh sì, è vero, ma purtroppo non c’è un bel tasto “Esporta tutto” in Universal Analytics. E se è per questo non c’è neanche un bel tasto “Importa tutto” in GA4 🙂.

Che fare allora? Dipende, diciamo che davanti a voi si aprono quattro strade:

  1. Si esporta tutto a mano, direttamente dall’interfaccia di Universal Analytics.
    Si fa una lista dei report che si volete esportare, si visita ognuno di questi report, si seleziona l’arco temporale desiderato e si clicca sul pulsante “Esporta”, selezionando il formato preferito per l’esportazione.
    È una soluzione alla portata di tutti, o almeno di tutti quelli che sappiano navigare l’interfaccia di Analytics, ma può portare via molto tempo. I vostri report, infatti, potreste volerli, non dico settimanali, ma almeno mensili, in modo da avere una lettura più granulare dei dati storici. Già con una scansione mensile, volendo salvare una decina di report diversi per un periodo di 3 anni, dovreste fare 10 (i report) x 3 (gli anni) x 12 (i mesi in un anno) esportazioni, ovvero 360 esportazioni… 😨 E se voleste avere dati settimanali per un determinato periodo? 😱
  2. Si usa un addon per Google Sheets
    Se siete utenti Google Sheets, potreste usare l’addon di Analytics per Google Sheets. Il vantaggio è quello di non dover accedere ad Analytics, per cui potreste sottrarre tutto il tempo perso a navigare l’interfaccia di Analytics. I vantaggi però hanno un costo… in termini di complessità del prodotto:
    1. innanzitutto c’è bisogno di imparare a usare un’altra interfaccia;
    2. poi c’è da considerare che mentre in Analytics esportiamo report già configurati, con l’addon per Google Sheets i report bisogna costruirli da zero, scegliendo dimensioni e metriche, quindi serve una conoscenza più approfondita di tutto ciò che è necessario salvare per un futuro utilizzo;
    3. ultimo, ma non ultimo, non è possibile configurare l’addon in modo che consegni, con un solo comando, un report per ogni mese degli ultimi tre anni, ma ci tocca comunque configurare 36 report.
  3. Si usano le API di Google Analytics
    Se non avete idea di cosa sia una API, probabilmente potete già escludere questa opzione. Infatti l’asticella della difficoltà tecnica si alza notevolmente, perché si tratta di comunicare con Google Analytics senza usare un’interfaccia già pronta. Questo richiede la conoscenza di un linguaggio di programmazione, come Python per esempio, con cui scrivere il codice necessario per comunicare con le diverse API di Google Analytics (sì ce ne sono diverse e potreste doverle usare tutte). Ah, ovviamente dovete pure conoscere il linguaggio usato da queste API, per poter comunicare con loro.
    Il premio per tutta questa fatica è la possibilità, se siete stati bravi, di premere il proverbiale pulsante e aspettare che tutti i report che avete richiesto vi siano consegnati, uno dopo l’altro.

Abbiamo visto tre possibilità, ognuna con un diverso bilanciamento tra tempo richiesto e difficoltà tecnica dell’operazione. Se avete le conoscenze giuste e il tempo da investire, potete anche riuscire a portare a casa l’obiettivo, ma potreste rimanere col dubbio di aver salvato veramente tutto quello che vi serve e soprattutto di averlo salvato nel modo giusto.

Affidarvi a professionisti competenti vi libera da questi dubbi, e dalla necessità di scegliere da soli la soluzione migliore. Un team di professionisti è prezioso anche quando non si sa esattamente cosa bisogna estrarre, quali sono i dati che contano di più, ma anche come salvarli nel modo corretto, per far sì che possano essere facilmente consultabili in futuro.

In questo modo avrete più tempo da dedicare ad altre attività importanti, come per esempio capire cosa fare dopo la chiusura di Universal Analytics. Inoltre, parlando del successore di Universal Analytics, ci sarebbe pure tutta la questione dei dati di tracciamento che, secondo diverse autorità garanti della privacy europee, non possono essere inviati negli Stati Uniti. Quei dati che Google stessa invia negli Stati Uniti quando usate i suoi prodotti di analisi del traffico (sì, GA4, stiamo parlando anche di te).

Risolto un problema se ne pone subito un altro. Per cui come fare? C’è un modo per continuare a usare la nuova versione della suite gratuita di Google, Google Analytics 4, senza essere dei fuorilegge? Ci sono delle alternative?

Tutto questo, lo vedremo nella prossima puntata…

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