Spotify apre al pubblico la sua piattaforma di marketing online
Quante volte aprendo Spotify (ovviamente non nella versione Premium) la riproduzione dei vostri brani è stata interrotta da pubblicità? Avete notato che quasi sempre era auto-promozione.
Questo perché la piattaforma di marketing Ad Studio, sebbene sia stata annunciata da molto tempo, è diventata disponibile agli inserzionisti “self-service” solo nell’ultimo mese, mentre in precedenza era disponibile solamente su invito e dopo essere stati contattati dall’ufficio commerciale della piattaforma.
First Look
Ad una prima occhiata si nota una struttura dell’account molto simile a quelle di Google Ads; nello specifico la gerarchia degli elementi è del tipo
campagna – gruppi annunci – annunci
La dashboard principale ci permette di vedere le statistiche principali:
- Impression: il numero totale di volte che gli annunci presenti all’interno del gruppo di annunci
- Problemi: ci segnala se ci sono problemi con la pubblicazione degli annunci
- Click: il numero di persone che interagiscono con l’annuncio
- Frequenza: il numero di volte in cui il tuo annuncio viene visualizzato dalla stessa persona
- Copertura: il numero totale di utenti che sono state esposte agli annunci pubblicati
Ma che tipo di campagne possiamo creare?
La piattaforma ci offre la possibilità di pubblicare due tipi di campagne e, conseguentemente, creare due tipi di formati-annuncio: quelli video e quelli audio.
Gli annunci video sono disponibili su tablet, desktop e smartphone. Vengono visualizzati mentre l’utente naviga il catalogo di Spotify alla ricerca di nuova musica da ascoltare.
Possono avere una durata massima di 30 secondi e includono una call to action cliccabile.
Si tratta probabilmente degli annunci che più si prestano a questo tipo di piattaforma: vengono proposti agli utenti nel corso del loro ascolto.
Anche questi vengono proposti sia su tablet che desktop e smartphone e anche in questo caso possono durare fino a 30 secondi.
Creazione della Campagna
La procedura di creazione della campagna è molto intuitiva, in linea con le piattaforme di self advertising già note come quella di Facebook.
Targeting
Come per ogni piattaforma, la cosa più interessante è capire come verrà profilata la nostra target audience.
- Country
- Location
- Age
- Gender
Additional targeting
Interessi: una delle parti più interessanti del processo di profilazione; utilizzando i dati relativi all’ascolto di podcast e playlist la piattaforma identifica i temi di interesse per la nostra buyer persona.
Real time context: è possibile andare a targettizzare il pubblico in momenti specifici sulla base dei generi e delle playlist che stanno ascoltando in uno specifico momento.
Perché questo è particolarmente interessante?
Perché siamo in grado di capire quando qualcuno si sta allenando in palestra ad esempio o magari capire mentre sta studiando o si sta rilassando in modo da fornire il contenuto più vicino all’attività real-time del nostro pubblico potenziale!
Generi: sulla base del tipo di musica che il nostro utente ha ascoltato immediatamente prima dell’annuncio
Ovviamente, come si confà a tutte le piattaforma di marketing degli ultimi anni, tutto quello che accade è tracciabile attraverso gli strumenti adeguati:
Cosa serve per iniziare?
Prima di iniziare ovviamente è necessario essere utenti Spotify.
Se non si ha un account già aperto è possibile registrarsi tramite Facebook, o crearne uno dedicato all’advertising. Una volta effettuato l’accesso con il proprio account, la piattaforma ci farà creare un account business, perciò tenete a portata di mano la partita iva se siete un’azienda.
La spesa minima che è possibile investire sulla piattaforma per ora è di 250 euro!
Considerazioni finali
È sicuramente un’ottima notizia il fatto che Spotify abbia finalmente aperto la sua piattaforma di marketing online. Spotify Ad Studio può diventare uno strumento estremamente interessante all’interno di un progetto di marketing integrato aggiungendo ai soliti sistemi di targeting “demografici” anche qualcosa di nuovo, legato al real time, agli stati d’animo e a quelle attività a cui la musica fa da colonna sonora.
Le possibilità sono veramente tante:
- pubblicizzare un concerto di Joe Bonamassa agli amanti del blues
- proporre lo spot di un set di coltelli a chi sta ascoltando un podcast di cucina
- far conoscere un master universitario a chi sta ascoltando della musica chill da studio
- targettizzare le generazioni più giovani utilizzando la musica Trap come variabile
- vendere il rosario elettronico mentre si ascolta musica “cristiana”
- eccetera eccetera
D’altra parte se si dice “dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei” dovrà pur esserci un motivo no?